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Ulisse non ce l’ha fatta, ucciso da nylon e plastica

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Era stato rinvenuto spiaggiato a Favignana, imbrigliato a nylon e plastica con profonde ferite agli arti anteriori. Le sue condizioni sono apparse da subito critiche ai veterinari del Centro di Primo Soccorso Tartarughe Marine dell’Amp (Area Marina Protetta), intervenuti insieme all’Ufficio locale marittimo di Favignana.

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Le sue condizioni erano critiche

La Caretta caretta, ribattezzata Ulisse, aveva circa 15 anni e versava in un grave stato di denutrizione e disidratazione. Non era in grado di alimentarsi da solo e le ferite degli arti anteriori presentavano già parti in necrosi con seri danni alla mobilità. Biologi e veterinari hanno cercato di ristabilire le funzioni vitali di base, cercando anche di scongiurare un’eventuale amputazione. Ma dopo un’iniziale miglioramento, Ulisse non ce l’ha fatta. “La causa della morte”, ha spiegato Paolo Arena, responsabile veterinario del Centro, “è da attribuire ad un arresto cardio-circolatorio, verosimilmente a seguito di un fenomeno tromboembolico associato agli imponenti disturbi di circolo ed alla necrosi tissutale”.

La plastica è il killer degli oceani

La plastica è la principale causa di morte delle tartarughe marine che la scambiano per cibo e la ingeriscono. Causa soffocamento, blocchi intestinali o lesioni spesso mortali all’apparato digerente. “Ulisse è stato ucciso dalla plastica, il killer degli oceani”, dichiara il direttore dell’Amp Stefano Donati, “un problema grave e globale, che può essere affrontato solo con politiche decise anch’esse a scala globale. Ma a far finire la plastica in mare è l’uomo. Anche i singoli gesti possono cambiare le cose”.

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