Sarebbe stato un dentista statunitense l’autore del gesto omicida nei confronti di Cecil, il leone di 13 anni che era ormai l’attrazione turistica del parco nazionale Hwange, oltre a far parte di un progetto di ricerca dell’Università di Oxford. Attraverso due intermediari, guardie parco profumatamente pagate dal turista (55mila dollari), il leone sarebbe stato attirato fuori dal parco con un’esca, colpito con arco e freccia, e finito a colpi di fucile per essere, poi, scuoiato ed esposto come trofeo di caccia.
Il medico, Walter Palmer, originario del Minnesota, non sarebbe nuovo ad episodi del genere, di caccia a grossi animali selvatici. Nel frattempo i due intermediari sono stati individuati e invitati a comparire in un tribunale di Harare con l’accusa di bracconaggio. Palmer è, invece, volato nel suo Paese, ammettendo sì di aver compiuto il fatto, ma giustificandosi per aver commesso un errore, in quanto non conosceva la fama di Cecil e non si sarebbe, quindi, reso conto dell’ingente danno causato al Hwange.
“La morte di Cecil non è una tragedia solo per lo Zimbabwe, ma anche per i suoi sei cuccioli”, ha affermato Johnny Rodrigues, a capo della Zimbabwe Conservation Task Force, “i leoni maschi che tenteranno di conquistare le tre leonesse di Cecil non permetteranno mai che essi restino in vita”.
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