È quanto riferisce Claudio Groff, responsabile settore grandi carnivori, servizio foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, che in un’intervista a Radio 3 Scienza riporta quanto riferito dallo stesso Angelo Metlicovez, il settantenne aggredito dall’orso mentre faceva una passeggiata con il suo cane al guinzaglio. L’orso sarebbe comparso improvvisamente alle sue spalle e l’uomo, spaventato, lo avrebbe bastonato. Sarebbe stato, dunque, questo ad aver scatenato la reazione dell’orso che lo avrebbe afferrato da una gamba e trascinato per qualche metro, e poi si sarebbe rivolto al volto dell’uomo che, per proteggersi, avrebbe interposto il braccio procurandosi la seconda profonda ferita. A quel punto, distratto dall’abbaiare del cane, il grosso animale lo avrebbe lasciato andare e lui si sarebbe rifugiato in un dirupo. Resta da capire che ruolo abbiano giocato la presenza di eventuali cuccioli o del cane di Metlicovez. Si è quasi certi che si tratti di un esemplare femmina che ha agito così per proteggere la prole, forse attirato dalla stessa presenza del cane.
Fermare la caccia all’orso
Se fosse confermata questa versione dei fatti le carte in tavola cambierebbero completamente. E la presidente dell’Enpa, Carla Rocchi, insorge: “Al presidente Rossi e all’amministrazione provinciale di Trento, che hanno dimostrato di non essere in grado di gestire la situazione né di informare o sensibilizzare i cittadini sui comportamenti corretti da tenere, chiediamo di trarre le necessarie conseguenze, fermando una inaccettabile caccia all’orso. Al Presidente del Consiglio Gentiloni chiediamo di non concedere ulteriori ‘privilegi venatori’ alla provincia autonoma di Trento, alla quale sono già stati delegati ampi poteri per la ‘gestione’ della fauna selvatica. Che, lo ricordo, è patrimonio indisponibile dello Stato”.
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