È successo nei boschi sopra Cadine, a 10 km da Trento. Ha pensato di morire il podista Wladimir Molinari che durante il suo allenamento si è visto inseguire dall’orso e aggredire in men che non si dica. “Ad un certo punto sento dei rumori dietro di me e c’era l’orso che mi stava seguendo a circa 10 metri”, ha raccontato Molinari. “Ho fatto come dicono di fare, mi sono fermato ed ho alzato le braccia gesticolando e urlando, ma l’orso mi ha attaccato mordendomi. Sono riuscito a mollare il cane, che ha cercato di scacciare l’orso, ma quello è dieci volte più grande. Mi stava mordendo la faccia, gli ho preso le orecchie ed ho cercato di allontanarlo, senza riuscirci. Ad un certo punto ho trovato un pezzo di legno, l’ho preso in mano, lui si è spostato di circa dieci metri, ma poi si è fermato e stava tornando verso di me. Allora ho preso il legno, l’ho sbattuto per terra e ho continuato ad urlare. Ero convinto che mi avrebbe ucciso con un’ultima zampata, invece è sparito“.
Quello di Molinari è il secondo episodio di aggressione in quei boschi. L’amministratore locale spera che si tratti dello stesso orso e che il pericolo venga, quindi, da un unico soggetto. Dopo l’audioconferenza con il ministero dell’Ambiente e l’Ispra, il presidente della giunta provinciale, Ugo Rossi, ha lasciato intendere di essere pronto a introdurre dei limiti, oggi non previsti, al numero di esemplari presenti sul territorio (attualmente una cinquantina). Intanto, essendo quella una tradizionale meta dei picnic domenicali, lo stesso ha firmato un’ordinanza che prevede la cattura e la messa in cattività o l’abbattimento, dove necessario, dell’animale.
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