I lavoratori Avcpp del canile comunale Muratella di Roma riescono a ottenere una proroga fino al 30 aprile, ma si tratta solo di “una soluzione tampone”, dichiarano. Intanto l’associazione L’Impronta denuncia la sua situazione ed è pronta a chiedere un risarcimento al Comune per l’attività svolta in questi mesi.
Un’opportunità per i cani
“È pronta una proroga per emergenza sanitaria fino al 30 aprile”, riferiscono i lavoratori di Muratella nel comunicato stampa che ha seguito l’incontro di ieri mattina, dopo l’occupazione da parte degli stessi del dipartimento ambiente di Roma Capitale. “Sappiamo che questa è una soluzione tampone”, continuano, “che sposta il problema di qualche mese. Ma è anche un’opportunità figlia delle mobilitazioni messe in campo contro le privatizzazioni dei servizi pubblici, i licenziamenti e la deportazione degli animali nei canili privati. Abbiamo cosi la possibilità di accrescere le relazioni politiche con i movimenti e i cittadini con i quali abbiamo costruito la difesa dei diritti dei lavoratori e degli animali. Siamo convinti che il tema dei bandi e delle privatizzazioni riguardi il modello di gestione della città e non solo i canili comunali”. E aggiungono: “Ripartiamo dalla partecipatissima assemblea di Esc, un’assemblea che ha messo al centro la costruzione di un nuovo modello di città. L’auspicio è che si possano creare i presupposti per creare una grande opposizione sociale contro la gestione commissariale e l’applicazione del DUP (documento unico di programmazione di Roma Capitale), figlio della giunta Marino e che ha trovato nel governo commissariale la spinta definitiva per la sua applicazione. In una città dove sembra non esserci più spazio per tutto quello che non crea profitto, rivendichiamo la difesa dei servizi pubblici e degli spazi sociali perchè sono una ricchezza da valorizzare e non un costo da tagliare”.
Servizio pubblico gratuito
Nel frattempo dalla struttura di Ponte Marconi arriva la voce dell’associazione che fino ad oggi ha continuato ad occuparsi gratuitamente degli animali, nonostante l’entrata in gioco del vincitore del “bando ponte”, Mapia Srl. “Non si sono più presentati, né da soli né con personale del Comune, siamo rimasti qui a pulire e a dare da mangiare agli animali. Ma facciamo tutto con soldi nostri”, ha dichiarato Paolo Tarantino. “Ci siamo sempre occupati della pulizia delle gabbie, anche negli scorsi anni, siamo rimasti dentro per assicurare agli animali i servizi essenziali. Se ce ne fossimo andati che fine avrebbero fatto? A cacciarci non è mai venuto nessuno. Stiamo continuando a rendere un servizio pubblico gratuitamente. Nessuno del Comune ci hai mai notificato nessun avviso. E le stesse forze dell’ordine hanno detto che non è un’occupazione”. Quel che è certo è che l’amministrazione capitolina ha sollevato l’associazione dall’incarico e non sta più pagando i lavoratori per le loro prestazioni. Nonostante ciò nessuno di loro si è tirato indietro. “Ci stiamo muovendo per farci risarcire dal Comune, faremo causa, e siamo in attesa del pronunciamento del Tar sul ricorso che abbiamo presentato contro il bando”.
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