Ricordate la vicenda che neanche un anno fa, nel settembre 2014, aveva riguardato Daniza? L’orsa, che per proteggere i suoi piccoli aveva ferito un uomo nei boschi del Trentino, era finita al centro di una disputa che aveva visto dapprima la volontà di ucciderla, e in un secondo tempo la possibilità di catturarla perché ritenuta pericolosa. E fu proprio durante la cattura che l’orsa Daniza morì a causa della telenarcosi, l’anestesia sparatale per sedarla. Per l’accaduto il veterinario pubblico Ivo Casolla, che aveva somministrato l’anestetico, aveva ottenuto l’oblazione di 2mila euro per il reato di distruzione di fauna selvatica.
Ora gli atti tornano in Procura per nuove indagini. “Abbiamo così evitato che fosse messa una pietra tombale sul corpo di Daniza”, ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile Lav Fauna selvatica, “ora il Procuratore capo disponga l’affidamento dell’inchiesta al Corpo Forestale dello Stato, valuti i nuovi elementi che abbiamo consegnato al Tribunale e faccia la dovuta chiarezza su una vicenda le cui responsabilità non sono solo quelle degli autori materiali, ma anche di chi lo scorso anno ha alimentato il clima di avversione alla presenza degli orsi”.
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