Gli animali piangono. O almeno emettono suoni che esprimono dolore e sofferenza, e in molti casi sembrano chiedere aiuto. Le persone comuni non hanno difficoltà a credere che i loro cani, gatti, pappagalli e cavalli provino sentimenti primari come il dolore, la gioia, la rabbia e la paura. Ma la scienza ufficiale no: teme di essere tacciata di “antropoformismo”, e preferisce chiudere gli occhi di fronte agli orsi che contemplano rapiti il tramonto o agli elefanti che si fermano a osservare le ossa dei loro congiunti. Per molti aspetti, siamo rimasti ai tempi di Cartesio, secondo cui gli animali sono “bruti insensibili”, macchine comandate dall’istinto e dagli automatismi.
Dalle scimmie che imparano il linguaggio dei sordomuti ai delfini che inventano giochi, ma senza trascurare polipi dispettosi e pappagalli che sembrano avere compreso il significato delle parole che pronunciano, Jeffrey Masson e Susan McCarthy, con rigore scientifico e passione contagiosa, ci insegnano a considerare gli animali in modo nuovo: non possiamo più ignorare i loro sentimenti, e abbiamo obblighi verso di loro come verso i nostri simili. Il primo testo scientifico che tratta in modo approfondito dei sentimenti animali. Un libro rivoluzionario che ha suscitato infiniti dibattiti nel mondo accademico anglosassone.
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