L’antenato del canguro era un animale molto simile all’opossum con piedi e caviglie adatti per arrampicarsi. Una volta sceso dagli alberi, cominciò a esplorare il suolo della foresta e le sue estremità si modificarono e irrigidirono sul nuovo terreno. Ma il piede era comunque troppo lungo e poco adatto a camminare e correre. Al contrario era un ottimo supporto per saltare grazie ai tendini elastici e potenti delle zampe posteriori che funzionano come molle: quando si contraggono sotto sforzo generano tutta l’energia necessaria al salto, al contrario dell’uomo il cui salto dipende dallo sforzo muscolare.In aiuto a questo meccanismo, la coda è un importante fattore di bilanciamento e contrappeso. E il salto stesso provoca l’immissione di aria nei polmoni e il successivo sgonfiamento, senza che il canguro sprechi fatica nella respirazione.
I moderni esemplari della famiglia dei Macropodidi (60 specie) saltano a circa 25 km/h, ma possono raggiungere i 70 km/h e coprire un balzo fino a 9 metri, con un’efficienza energetica che permette loro di coprire grandi distanze in cerca di cibo nell’entroterra australiano.
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