Contrariamente ad ogni logica e ogni legge, mettendo in pericolo le specie animali e l’ecosistema, Malta dice sì alla caccia in primavera agli uccelli migratori e lo fa con un referendum dove, purtroppo, il sì ha vinto sul no per due punti percentuali, con il 51%.
In teoria si può uccidere solo la tortora e la quaglia dirette in Europa per accoppiarsi. Il dramma, come spiega l’associazione Birdlife Malta, è che la tortora in Europa è stata decimata dell’80% in 35 anni e i cacciatori maltesi uccideranno gli esemplari più forti, che sono sopravvissuti all’inverno e che non potranno così accoppiarsi nel tentativo di aumentare la loro popolazione. A ciò si aggiunge il fatto ancor più grave che gli stessi cacciatori puntano ai falchi, pescatori e di palude, ancora più rari e protetti in Europa con programmi di conservazione molto costosi.
L’unica svolta sta nell’intervento di Bruxelles che, con una direttiva europea, ha vietato la caccia da aprile a giugno, nel periodo di riproduzione e di ritorno al nord degli uccelli migratori. Solo loro possono far rispettare la legge, dato che nei controlli del Governo maltese c’è ben poco da sperare.
NO COMMENT