Si chiama Mattia Morandi, ha 33 anni e come mestiere fa il guardiano della diga Enel, del lago Vannino, in val Formazza, nella Provincia del Verbano Cusio Ossola, al confine con la Svizzera.
Gli animali arrivano anche davanti casa
Ha lasciato la sua occupazione da meccanico per dedicarsi a quella della diga, che consiste nel presidiare 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno il sito di produzione di energia idroelettrica che contribuisce a quella rinnovabile del nostro Paese. Le coppie di guardiani si alternano, una settimana a Formazza, per lavorare alla centrale idroelettrica di Ponte, e una settimana su, a 1700 metri d’altezza, dove per arrivare occorre la seggiovia e un’ora e mezza di cammino. “Quando usciamo a fare una passeggiata”, spiega Mattia, “andiamo sempre insieme e avvisiamo da casa i nostri colleghi a valle, perché il cellulare qui non prende”. E d’inverno è difficile incontrare qualcuno. Gli unici amici sono gli animali: marmotte, camosci, aquile e stambecchi. “A volte arrivano anche davanti casa, altrimenti ci basta camminare poche centinaia di metri per incontrarli”, racconta Mattia, appassionato di natura e fotografia. C’e stato un inverno in cui una volpe si era affezionata ai guardiani. Quando faceva troppo freddo, entrava in casa abbassando la maniglia del portone e si acciambellava sul divano accanto al camino. Poi si allontanava, ma non si faceva prendere mai in braccio.
Il lavoro duro della diga
Quello della diga è comunque un lavoro molto duro, ma Mattia l’ha scelto. Ai guardiani tocca uscire ogni giorno per effettuare le rilevazioni dei dati idrometrici, della temperatura e della pressione; devono misurare la neve e fornire i dati al Corpo forestale dello Stato che cura il servizio Meteomont per conoscere il rischio di valanghe; e ancora serve ispezionare i tunnel nel muro della diga e verificare i movimenti della struttura, che dipendono dal carico d’acqua del bacino e dalle escursioni termiche.
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