Il World Rhino Day è stato istituito dal Wwf Sudafrica nel 2010 proprio con l’obiettivo di salvaguardare le cinque specie di rinoceronte a rischio di estinzione.
Un rinoceronte ogni 7 ore viene ucciso
Due africane (il bianco e il nero) e tre asiatiche (l’indiano, quello di Sumatra e quello di Giava), il rinoceronte è vittima ormai da diversi anni della “guerra del corno”. Nei primi anni novanta in natura erano presenti circa 500mila esemplari, diventati 70mila negli anni settanta e solo 29mila ai giorni nostri, circa 20.500 esemplari di rinoceronte bianco e poco meno di 5.000 rinoceronti neri, secondo le stime dell’associazione Save The Rhino. Considerati i tassi di abbattimento, che sono di un rinoceronte ogni 7 ore, in meno di 28 anni il rinoceronte non esisterà più in natura e potremo vederlo solo all’interno delle strutture protette.
Il mercato del corno di rinoceronte è il terzo più redditizio al mondo
Ma perché tanta crudeltà? Il mercato del corno è il terzo più redditizio al mondo, fruttando più di quello della droga. Il valore di un corno di rinoceronte è di 90mila dollari al kg, la sua funzione è quella di rappresentare uno status symbol per i ricchi asiatici e una medicina dalle miracolose proprietà curative, senza alcun fondamento medico scientifico, poiché la cheratina, sostanza di cui è costituito il corno (così come le nostre unghie e i nostri capelli) non ha alcuna capacità terapeutica.
Progetti di cooperazione e conservazione per tutelare il rinoceronte
“Il compito delle moderne strutture zoologiche”, spiega Daniel Sanchez, direttore zoologico del Bioparco Zoom Torino, “oltre all’educazione, è l’attivazione di progetti di conservazione. I risultati più significativi si ottengono proprio attraverso la cooperazione delle associazioni internazionali con strutture zoologiche moderne e incentrate sulla conservazione, governi locali e tour operator promotori di viaggi sostenibili che si svolgono in aree dove i rinoceronti sono visti come risorse economiche”. Ed è su questa convinzione che da circa un anno, al Bioparco Zoom di Torino, è nato un progetto, “Operazione Rhino”, supportato dall’associazione Aiea e dall’Ente nazionale del turismo della Namibia. L’obiettivo è quello di raccogliere fondi destinati all’equipaggiamento e addestramento con tecniche paramilitari ranger antibracconaggio in Namibia, paese con un incremento di pachidermi cacciati del 400% nell’ultimo anno a causa di una delle più alte concentrazioni di rinoceronti, bianchi e neri, dell’intera Africa. Nuovo terreno di caccia dei bracconieri, la Namibia andrebbe monitorata adeguatamente da personale appositamente addestrato e attrezzato che possa affiancare la polizia locale, troppo debole per contrastare un fenomeno di tale portata.
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