Speravamo fosse una bufala, ma non il fatto che Cracco avesse cucinato un piccione, bensì la denuncia sporta dall’Aidaa, Associazione italiana difesa animali & ambiente, per violazione della legge nazione di tutela della fauna selvatica e della direttiva europea 147/2009 e istigazione a delinquere avendo, attraverso la diffusione del filmato, istigato altri cittadini a compiere tali crimini in violazione delle normative europee e nazionali a tutela della fauna selvatica.
Il piccione è un animale protetto
E invece è tutto vero… “Nessuno discute che Carlo Cracco sia un grande chef”, spiega Lorenzo Croce, presidente dell’associazione, “ma il fatto che vada in tv a presentare un piatto a base di carne di piccione che è un animale protetto dalla legge nazionale ed europea rappresenta un reato penalmente rilevante che non potevamo far finta di non vedere”. E continua: “Sia chiaro una volta per tutte, i piccioni di allevamento con la nostra denuncia allo chef Carlo Cracco non c’entrano nulla, anche se ribadisco che, dal nostro punto di vista e anche dal punto di vista della normativa europea e della legge nazionale, i piccioni sono specie selvatica e come tali è vietata la loro uccisione. Ma come al solito in Italia si usano due pesi e due misure. Ribadisco la consuetudine non è legge e Cracco non è Dio e quindi non è al do sopra della legge piccioni di allevamento o meno”.
Essere nati in un allevamento o in natura fa la differenza
La normativa riguarda infatti i piccioni selvatici e non quelli d’allevamento che possono essere mangiati, così come ricorda Gianluca Felicetti, presidente della Lav: “Essere nati in un allevamento o in natura fa la differenza. Almeno per la legge che protegge i piccioni, di campagna come di città. Ma non evita a quelli fatti nascere apposta per essere uccisi, negli allevamenti, di finire in casseruola. Non si poteva pensare che gli autori di una trasmissione televisiva di successo sarebbero cascati su un errore formale del genere”. Ma Croce proprio non ci sta e ribadisce: “Proprio non la capiscono, ma forse comincio a pensare che a furia di occuparsi solamente di cani e gatti dei ricchi alcune associazioni abbiano perso di vita la realtà italiana che non si concentra nei palazzi e nei ristoranti ma va anche nelle cucine di migliaia di famiglie contadine che vivono nelle periferie. Mi spiego meglio, il presidente della Lav bontà sua sostiene che i piccioni di allevamento possono essere mangiati, ma a questo signore come a molti altri non passa per la mente che a vedere le trasmissioni di cucina non sono solo i signori che risiedono in città ma anche coloro che vivono nelle campagne e che i piccioni se li cucinano da piccoli dopo esserseli allevati e questi sono migliaia e non sono piccioni di campagna, ma piccioni selvatici. Chiaro perché teniamo e rilanciamo la denuncia contro Cracco e la sua cricca?”
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