È quanto si apprende dall’ultima indagine della State Forestry Administration (Sfa) sviluppata su dati riguardanti i dieci anni che vanno dal 2003 al 2013. In questo arco di tempo il numero dei panda sarebbe aumentato del 16,8%, dai 1.596 del 2003 ai 1.864 del 2013, e anche il loro habitat naturale, che comprende gran parte delle catene montuose della Cina sud-occidentale, si sarebbe esteso.
A causare l’estinzione di questa specie non è soltanto l’uomo, che nel corso del ‘900 ne ha ridotto notevolmente gli spazi diminuendo in altrettanto modo le possibilità di sopravvivenza, ma anche le ridotte chance di riproduzione. I panda sono, infatti, fertili per pochissimi giorni l’anno, e spesso questi giorni non sono gli stessi per i maschi e le femmine.
In cattività, invece, le nascite vengono programmate attraverso la fecondazione e monitorate aumentando le possibilità di riproduzione. In tale condizione sono accuditi 375 esemplari, 166 maschi e 209 femmine, inseriti in progetti di recupero e studio ai quali la Cina si è impegnata negli ultimi 30 anni per la conservazione della specie.
Ciò nonostante, resta un 12% della popolazione selvatica, circa 223 soggetti, fortemente a rischio di estinzione.
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