Non si tratta di pet therapy, bensì di educazione con gli animali ed è la prima volta che un cane entra in un asilo nido, il “Graziella Fava”, nel quartiere Reno, alla periferia di Bologna. Ma andiamo per ordine. Tutto inizia quando il comitato di gestione del nido chiede un contributo al Comune nell’ambito del bando “Qualifichiamo insieme la nostra scuola”: 128 progetti, e un contributo da mille euro, gestiti dall’Istituzione scuola, per gli istituti che si candidano con idee educative.
Educare all’affettività
“Da due anni siamo impegnati nell’educazione all’aperto dei bambini, mancava il rapporto con un animale”, racconta la pedagogista Sara Di Fabrizio. E così prima i genitori hanno conosciuto Boris, Golden Retriever, e la sua educatrice, nonché proprietaria, Vanessa De Angelis. Entrambi hanno una formazione specifica per sviluppare progetti del genere e Boris sa come comportarsi coi bambini. Si tratta di “un’educazione all’affettività, alle emozioni”, spiega ancora la pedagogista, “visto che a questa età i bambini si identificano con gli animali. Il rapporto con Boris serve ai più timidi a crescere in sicurezza ed autostima e ai più agitati ad imparare una dimensione di ascolto: come si accarezza un cane, come attendersi le sue reazioni, come prendersene cura”.
Sei incontri con Boris
I bambini coinvolti saranno 40 tra i due e i tre anni, e saranno suddivisi in tre gruppi. Gli incontro saranno sei della durata di un’ora ciascuno. Nel primo Boris non sarà presente e i bambini dovranno imparare a confrontare se stessi con la fisionomia del cane, la loro anatomia con quella dell’animale. Verranno spiegate loro differenze e similitudini, quali sono le esigenze e i bisogni del cane. Poi, dagli incontri successivi, i bambini conosceranno Boris, impareranno ad accarezzarlo e a giocare con lui, a costruire una relazione prendendosene cura. “Il tema della pet education”, hanno spiegato ai genitori le educatrici e la pedagogista, “serve ai bambini per approcciarsi e conoscere l’animale ma anche perché l’animale stesso sia sostegno e supporto alla nostra pratica educativa per bambini di questa fascia d’età, attraverso una modalità differente e non abituale”.
Progetto replicabile
È un progetto straordinario”, ha commentato l’assessore comunale alla scuola di Bologna, Marilena Pillati, “soprattutto perché nasce da una sensibilità interna e si riesce a dare voce a chi vive dentro al nido, operatori e famiglie. È possibile che questa esperienza possa far nascere interesse in altre strutture, che possono replicarla. Di certo, non sono cose che possono essere imposte dall’alto”.
Foto: Repubblica.it – Bologna
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