Gli studi lo dimostrano: i bambini che crescono con gli animali hanno un’intelligenza emotiva (IE) più sviluppata, ossia la capacità di comprendere, gestire ed esprimere in modo efficace i propri sentimenti e di interpretare quelli degli altri. I bambini che vivono con un animale hanno una maggiore empatia e compassione per gli altri animali e le persone.
Osservando i genitori, imparano a prendersi cura di un’altra creatura. Questo non fa altro che aumentare l’autostima del bambino, il suo sentirsi indipendente e competente. A dimostrarlo un esperimento di cui Nienke Endenburg e Ben Baarda parlano nel loro libro The Waltham Book of Human–Animal Interaction, dove bambini con bassa autostima hanno mostrato grandi miglioramenti dopo aver trascorso nove mesi in classe con un animale.
Non solo. La presenza di un animale domestico facilita l’acquisizione del linguaggio e migliora le competenze verbali, combattendo la balbuzie laddove ci fosse. I bambini, infatti, dialogano con l’animale e spesso leggono insieme a lui. Nel corso di un’indagine nella quale è stato domandato ai bambini a chi si rivolgerebbero in caso di difficoltà, la maggior parte di loro ha menzionato il proprio animale, a dimostrazione del fatto che questi rappresenta un appoggio incondizionato e un sostegno emotivo in grado di attenuare le emozioni negative.
Familiarizzare con i concetti di nascita e morte, comprendendo così il ciclo della vita, sarà più semplice attraverso gli animali. “Il modo in cui i genitori gestiscono il lutto insegnerà al bambino ad affrontare la morte”, scrivono Endenburg e Baarda. Così come la riproduzione degli animali costituisce un buono spunto per iniziare a spiegare il sesso.
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