Pare proprio di sì. Non sappiamo se si tratti di lacrime emotive, ma di certo ci fanno compagnia diversi animali. Il caso più eclatante è forse quello dell’elefante, riportato anche nel libro “Quando gli elefanti piangono“ di Jeffrey Masson, nel quale lui stesso sostiene che il pachiderma produce lacrime se sottoposto a forte stress. Differente invece il discorso per gorilla, scimpanzé, cavalli e orsi, che, sempre secondo Masson, lacrimerebbero perché sottoposti a forti emozioni. Mentre le lacrime del coccodrillo sarebbero solo una risposta a uno sforzo intenso.
Di diverso avviso è, però, Michael Trimble, neurologo del National Hospital di Londra, che nel libro “Why humans like to cry” indaga sull’origine delle “lacrime emotive”. Piangere sarebbe il tratto distintivo che ci differenzia dagli altri mammiferi che esprimono, invece, il loro stato emotivo in altri modi. Che nell’uomo le lacrime servano per alleviare lo stress, lo conferma il fatto che in questo liquido sono state trovate tracce di una endorfina che viene prodotta dal cervello per alleviare il dolore. E a conferma di ciò Roger Fouts, pioniere delle ricerche sul linguaggio nelle scimmie e promotore dei loro diritti, spiega come alcune scimmie esprimano la loro sofferenza non piangendo, ma cadendo in uno stato di depressione e astenia che può durare anche diverse settimane.
Le lacrime emotive hanno, infatti, una chimica diversa da quelle che servono per inumidire gli occhi. Molti animali producono lacrime proprio per questo motivo, mantenere l’equilibrio osmotico del bulbo oculare, rimuovere le impurità dalla cornea e allontanare il rischio di infezioni.
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