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Abolita in Norvegia la caccia alle foche. Stop ai sussidi statali a sostegno di questa barbarie

Gli 1,42 milioni di euro che ogni anno lo stato norvegese concedeva ai pescatori per portare avanti questa tradizione non verranno più stanziati. Una svolta, dunque, non proprio etica. La pratica non verrà espressamente abolita, ma col venir meno dei sussidi statali si estinguerà da sola. Anche dopo che il Parlamento Europeo, nel 2010, aveva messo al bando i prodotti derivanti dalle foche, la Norvegia aveva potuto continuare indisturbata questa mattanza, non essendo membro del’Unione Europea. Di certo la perdita del principale mercato di esportazione aveva inflitto un duro colpo a tutto il sistema che si reggeva sui sussidi statali, circa 130 euro a foca uccisa pari all’80% degli introiti dei pescatori. Senza sussidi il costo di questa pratica diventa insostenibile e senza introiti è, quindi, inutile portarla avanti.

Anche in Canada, dove viene ancora utilizzato il metodo di uccisione tradizionale, ossia a colpi di bastone e preferibilmente dei cuccioli, la caccia alle foche è molto in crisi. Il mercato è decisamente diminuito, grazie anche alle campagne di sensibilizzazione e alla lotta portata avanti dagli animalisti. In Usa, poi, la vendita di pelli di foca è vietata.

Per tutti questi motivi, il numero di foche uccise, per fortuna, è sensibilmente calato e il settore sta entrando in una spirale di crisi irreversibile.

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